giovedì 9 ottobre 2008

un sogno chiamato james lavelle

tra tutte le persone che conosco nessuno è in grado di ipnotizzarmi, grazie ad una gamma infinita di aneddoti, come luciano carbone quando ci inoltriamo in chiacchiere più o meno serie sul mondo della notte e dei suoi protagonisti.
luciano è stato parte attiva nella crescita del goa club di roma, vivendolo sin dagli inizi, ed è tutt'oggi un attento osservatore di tutti quei meccanismi che fanno di una festa "una situazione". non potevamo non destinare a luciano uno spazio dove dar sfogo alla sua loquacità, mai noiosa...mai banale!

Matteo Cavicchia

11 marzo 2004, e per molti il sogno si avvera, finalmente james lavelle è a roma ma non in un club comunque, è al goa. avevo il fondatore della mo wax a meno di un metro. erano finiti per un giorno i tempi in cui volavo al fabric di londra per sentire la musica di quello strambo personaggio dagli occhiali spessi come quelli di un'orbo, dallo sguardo assente a tratti, insomma un genio incompreso dalla fisionmia di un nerd...quella sera di pioggia nessuno si aspettava il pienone ma poco importa...avremmo anche potuto essere in cinquecento (come al palacisalfa per i faithless) che la serata era fatta..cosi' come il mio ebete sorriso stampato sulla faccia.
il mio eroe indossa un cappello supreme sul capo, t-shirt bathing ape inneggiante al suo logo (oggi anche simbolo della sua nuova label surrender) disegnata dal noto writer futura 2000. mi avvicino a lui ma l'approccio non e' dei migliori. lo guardo dritto negli occhi come per dire "vedi james che sei venuto a suonare anche a casa mia?", gli chiedo di scattare una foto insieme al mio fratello di musica alessandro salvati, lui acconsente, gli chiedo di progetti futuri e poi gli faccio i complimenti per i suoi cds e gliene mostro alcuni...mi guarda e ribatte dicendo "questi tre mica somo miei ("big brother is watching", "unkle vs unkle", "do androids dream of electronic beats")...chissà chi li ha compilati!?". mi liquida con un mezzo ghigno e si precipita in consolle...via il coach jkt,via gli occhiali ma solo per qualche foto dalla pista e comincia la festa...forse. io e giancarlino ci guardiamo come per dire "o mio dio, e adesso che combina questo?", ma la sua
intro ("tracier") è ipnotica così come il suo remix di "no one knows" dei quenn of stone age...siamo senza parole, se comincia con un pezzo così indie cosa succedera' poi? e invece niente sorprese, niente genialità. un fan accanito come me riconosce la sequenza usata per il james lavelle in barcellona edito da global underground. tutti ballano ma io no, fisso davanti al mio mito con lo sguardo di chi non rimarrà mai deluso...mai. sono le 3 e 45 e il goa è quasi vuoto, james lavelle è andato via ma non il mio sorriso ebete. probabilmente non tornerà più a roma e quasi certamente mai più al goa. ora sono passati quattro anni e continuo a girare il mondo collezionando singoli, mp3, t-shirt e tutto ciò che lo rappresenta. la febbre per james "unkle" lavelle non è diminuita ma ditemi voi, ditemi, come si può vivere senza una sana malattia.

Luciano Carbone aka dj Abstract

2 commenti:

Valerio! ha detto...

c'ero anche io quella sera... james è stato uno di quei personaggi che ha influenzato il mio gusto indelebilmente...

gran genio o gran paraculo???

per me rimane JAMES LAVELLE, mi rimangono i suoi dj set al FabricLive il venerdì notte, mi rimane quel suo modo personalissimo di intendere un dj set, ma soprattutto il suo rapporto più che particolare con il dancefloor, sempre sospeso tra totale empatia e momenti di apatia...

ti ho voluto bene James...

V!

Unknown ha detto...

Purtroppo non ho mai vissuto un DJ set di Lavelle, cosa intendi Valerio con "modo personalissimo di intendere un dj set"?