Il sindaco socialista vieta gli "after", le feste che iniziano all’alba. "Basta con droga e alcol, dobbiamo tutelare la nostra immagine"
Ibiza, la «Gomorra» delle Isole Baleari, la più trasgressiva meta del turismo internazionale per le sue notti che non finiscono mai, volta pagina. Il Consiglio regionale socialista sta per varare una norma che mette al bando i celeberrimi «after-hours», i locali all’aperto sulle spiagge dove si balla (e si sballa) dalle 6 del mattino alle 18, dopo la chiusura delle mitiche 20 discoteche. Un’autentica rivoluzione per la marea di turisti inglesi, tedeschi e soprattutto italiani che ogni anno accorrono nella fantastica «Isola bianca» non per le sue magnifiche 72 spiagge, ma per non perdersi le «fiestas mañaneras», i party senza sosta.
Eivissa - come la chiamano i suoi 88 mila abitanti - si stende per 572 chilometri quadrati nell’Arcipelago delle Mille Isole. D’estate, viene invasa da un esercito di giovani che vuole divertirsi senza alcun limite. Gli aerei che atterrano all’aeroporto Colador sono decine e nel 2007 hanno sbarcato la bellezza di 4 milioni e mezzo di turisti. Anche perché l’isola è entrata nel giro delle compagnie low-cost e da Londra o Francoforte ci sono voli per week-end «mordi e fuggi» che durano 24 o 48 ore con tanto di biglietto d’ingresso per discoteche come Pacha, Amnesia o Space.
Non esiste al mondo una concentrazione eguale di locali, deejay e tendenze», assicura Fritz Pangratz, direttore dello Space, la Mecca di tutte le «fiestas mañaneras», che gli inglesi hanno ribattezzato semplicemente «after». E non è un caso che l’«Isola Bianca» sia diventata sempre più crocevia di star internazionali famose più per gli eccessi che per i loro meriti artistici, dalla top model Kate Moss, rimasta incosciente nel 2005 dopo una notte passata a consumare droga e alcol, all’ereditiera americana Paris Hilton, immancabile alle feste «calientes» organizzate da Jade Jagger, figlia del leader dei Rolling Stones.
«Non vogliamo farla finita con l’offerta di musica e di dj (i migliori e più cari del mondo, ndr), sappiamo che sono un’attrazione internazionale, ma vogliamo che ci sia una migliore convivenza fra i tipi di turismo ed i residenti», dice la socialista Paquita Ribas, assessore agli Interni di una delle località più gettonate, Sant Josep, dove spopola lo Space (300 mila clienti annui). L’assessore ha appena emanato un decreto anticipatore di quello regionale e che sancisce la fine degli «afterhours» dalle 6 alle 12 del mattino. «Questa norma ci obbligherà a spostare al pomeriggio i nostri after», ribatte senza fare una piega Pepe Rosselló, il proprietario dello Space.
La tendenza moralizzatrice in questa isola (dove i corpi delle cubiste e dei turisti abbronzati che fremono ai battiti della musica elettronica inondano ogni playa) risponde anche a due motivi. Uno l’individuava già l’anno scorso il quotidiano El País: «Ibiza vuole indirizzarsi verso il superamento della clientela di massa da discoteca, come quella in arrivo dall’Inghilterra, che prende un volo low cost, passa la notte nei locali consumando ecstasy e cocaina e poi ritorna in patria senza aver speso un cent in un hotel». L’altro è la guerra alla droga che da anni ha invaso l’isola. Stupefacenti di tutti i tipi come la ketamina, un pericoloso anestetico.
«Ogni luglio puoi caricare ragazzi britannici che arrivano senza bagaglio e ti chiedono di portarli in un “after”», racconta un taxista che lavora al Colador. «Poi ti danno appuntamento dopo 3 giorni nel parking della discoteca, li porti all’aeroporto con gli stessi indumenti di quando sono arrivati e ti raccontano che sono passati ininterrottamente di fiesta in fiesta». Gli effetti sono micidiali. Il Pronto Soccorso di Can Misses è sempre zeppo di stranieri che arrivano a pezzi, in stato di allucinazione o in overdose.
Il dottor Carlos Rodríguez Ribas ha studiato sul campo il motore di queste serate senza fine. «Ibiza viene venduta come il paradiso delle droghe, del sesso facile e della musica. C’è gente che sta in pista una settimana senza dormire o mangiare. Il 95 per cento dei giovani intervistati ha ammesso di essere ubriaco giorno e notte ed il 44,5% di aver consumato ecstasy almeno 5 giorni alla settimana».
La «roba» viene venduta anche negli afterhours. Dc 10, Bora Bora e Amnesia sono stati chiusi nel luglio scorso per un mese proprio per spaccio. E la «marcha», il divertimento? No problem, dicono gli alfieri del provvedimento: resteranno bar, club e le tante discoteche famose in tutto il mondo. Gomorra rimarrà pur sempre Gomorra. Ma, dal 2008, al mattino si dorme.
fonte : la stampa
lunedì 21 gennaio 2008
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1 commento:
cosi ibiza la rovinano proprio...
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