mercoledì 25 febbraio 2009

for myself

non è esattamente il disco più cattivo e adatto alla pista che conosco, ma ha qualcosa di magico. avete presente quei momenti in cui vi rode il culo da morire e, appena entrate nella "stanzetta dei dischi" vorreste solo poggiare la puntina su un missile terra-aria per fare male ai timpani del prossimo? beh oltre ad essere protagonista di una presa a male di quelle epiche, l'altra sera ero anche piuttosto rincoglionito ed ecco cosa mi è caduto tra le mani: "for our fathers".
primi secondi del disco e comincio a ricordare la magia di questo fantastico pezzo. chitarra, fisarmonica e congas si intrecciano in una delle pause più belle che abbia mai sentito; la cassa è secca e il ritmo è ben scandito da una ritmica perfetta. senza dubbio uno dei vakant più sottovalutati, non si sta soltanto parlando di far ballare le persone in pista ma di musica vera e propria...

5 commenti:

Federico ha detto...

tra l'altro in questi giorni è uscito l'ultimo proprio su vakant di tolga fidan insieme a anthony collins...

Anonimo ha detto...

Tolga meriterebbe un articolo :)

matteo cavicchia ha detto...

tolga è proprio strano. vorrei sentirlo live!

Anonimo ha detto...

roba strana si ..e' un live molto psichedelico il suo, suoni eterei ma mai troppo celebrali, come se tra le influeze ci possa stare certa progressive..l' attacco nn e' mai frontale ma il groove di cero non manca
mantra-house?

Anonimo ha detto...

il 18 aprile ospite all'altavoz ;)